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2023 il futuro del Food e Beverage
Che anno si preannuncia per l’Italian Food e per il mondo dei consumi alimentari, un mercato che sta inevitabilmente evolvendo verso nuovi trend di nutrizione, sempre più influenzati dai principi di salute e sostenibilità.
A fare un punto sui cambiamenti in atto, ci ha pensato “Food, Wine & Co”, un convegno che sin dal 2012 valorizza l’eccellenza delle realtà italiane nel settore agroalimentare ed enogastronomico.
In occasione dei lavori sono stati cinque i megatrend evidenziati; ce ne parla la Professoressa Simonetta Puttuglia.
«Il primo megatrend riguarda l’impatto delle tre grandi crisi che stanno fortemente creando anche una riorganizzazione nel settore agro-industriale: la guerra in Ucraina, naturalmente, con il suo impatto sulle materie prime che ha avuto e avrà ancora; la crisi climatica, probabilmente non reversibile; il post-Covid, anch’esso infatti ha influito sul cambiamento del suddetto settore.
Un secondo grande megatrend sono i nuovi approcci a tavola: il consumatore italiano, come il consumatore globale, è sempre di più interessato all’autenticità dei prodotti, alla filiera controllata, quindi c’è una grande rivalutazione della dieta mediterranea, anche laddove la dieta mediterranea possa essere considerata planet mediterranea, ossia in una grossa fusione anche con i regimi e con le diete che si esprimono nei vari luoghi del mondo, dove la dieta mediterranea viene in qualche modo importata. Per certi versi la dieta mediterranea è anche più stimata oltreoceano di quanto non venga addirittura seguita nel nostro Paese.
Terzo megatrend: per i consumatori il cibo del futuro è biologico e talvolta anche vegano, è sicuramente sostenibile e tracciabile.
Quarto megatrend: il successo agroalimentare passa attraverso un nuovo modo di tecnologizzare il settore agroalimentare, sia dal punto di vista delle produzioni sia dal punto di vista della distribuzione.
Quinto megatrend: l’autenticità, il controllo dei brand e il rispetto verso i consumatori rispetto ad una promessa fatta durante la fase di comunicazione e di promozione».
Altra riflessione interessante emersa dal convegno riguarda il comportamento del consumatore, e quindi la domanda è: che tipo di consumatore ci troveremo di fronte nel 2023?
Sempre la Professoressa Pattuglia, puntualizza: «Il consumatore medio italiano sta riorganizzando il modo in cui compra e cosa compra, cosa mette, insomma, nel suo carrello quotidiano e settimanale. Assistiamo ad una polarizzazione: se si alzano i prezzi, in maniera talvolta anche speculativa, come è evidente, allora è chiaro che ci sarà una polarizzazione della società. Avremo delle fasce upper che potranno sintonizzarsi sui criteri di tracciabilità, sostenibilità, autenticità del prodotto e purtroppo avremo delle fasce lower che invece potranno solo attingere prodotti, evidentemente meno controllati meno controllabili, quindi di qualità minore. Il che produrrà tutte le conseguenze di questo tipo di cibo: l’obesità, per esempio. I prodotti meno buoni sono prodotti più calorici e per poter essere soddisfatti psicologicamente se ne deve mangiare di più e quindi chiaramente questo impatterà molto di più su chi non potrà permettersi un cibo migliore. Quindi per certi versi l’impatto inflazionistico è fortemente non democraticizzante il cibo».
Concludiamo questo articolo tracciando un macro trend su quanto potrà accadere sul mercato dei consumi fuoricasa nel 2023. Sempre Pattuglia asserisce: «Il fuoricasa, dopo l’home kitchen del periodo pandemico era stato un grandissimo trend. Uscire per potersi nutrire convivialmente con amici e conoscenti, era motivo di evasione e ritorno alla normalità. Tuttavia l’elevarsi dei prezzi, torno a dire talvolta anche in chiave speculativa, con l’eccessivo rialzo dei prezzi, anche nella ristorazione, farà riconvergere questo tipo di trend. Quindi dopo questo ritorno di massa al ristorante nel post-pandemico assisteremo, probabilmente, ad una riconversione verso il cibo casalingo e il riunirsi a casa piuttosto che riunirsi al ristorante».
Un’affermazione questa che lascia un senso di preoccupazione per come potrà andare il mercato dei consumi nel 2023, dove certamente si dovrà fare i conti con un contesto economico molto problematico, ma sostanzialmente riteniamo che il mondo della ristorazione e della pizza in particolare saprà ben reagire alle difficoltà e trovare le soluzioni più opportune per cogliere quelle opportunità che al netto di tutto anche nel 2023 ci saranno per gli operatori del settore.
Giuseppe ROTOLO
Articolo tratto da Pizza&core Colletion n 114
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